Tumori Benigni e Maligni del Cavo Orale

I tumori benigni del Cavo Orale e dell’Orofaringe sono relativamente frequenti ma spesso di riscontro occasionale. Le neoplasie maligne invece hanno un’incidenza pari a 10 nuovi casi/100.000 abitanti/anno, soprattutto tra i 60 ed i 75 anni, con netta prevalenza nel sesso maschile; per frequenza sono al quarto posto nel sesso maschile ed all’ottavo per il sesso femminile. In oltre il 90% dei casi hanno localizzazione nel cavo orale.

DESCRIZIONE E SINTOMATOLOGIA
Tra i tumori benigni si annoverano fibromi, lipomi, neurinomi e adenomi delle ghiandole salivari minori. Spesso sono localizzati sui pilastri tonsillari, palato molle e ugola e solo eccezionalmente possono andare incontro a trasformazione maligna.

I tumori maligni presentano come fattori di rischio il fumo e l’abuso di alcol, la cattiva igiene orale, l’infezione da papilloma virus e l’esposizione ad agenti alchilanti, idrocarburi aromatici ed amine aromatiche.

Spesso le forme maligne sono precedute da modificazioni dell’epitelio tra cui le displasie (lievi, moderate e severe con carcinoma in situ), la leucoplachia (nel 2-5% dei soggetti; lesione biancastra della mucosa del cavo orale considerata precancerosi solo in presenza di displasia, l’eritroplachia ed il lichen planus.

Tra i tumori del cavo orale quelli più comuni sono quelli della lingua (circa il 50%) seguiti da quelli di altre sedi tra cui labbra (14%), pavimento orale (14%), guancia, trigono retro molare e palato duro (6%) e della gengiva (3%). A livello orofaringeo più colpite sono le tonsille.

Da un punto di vista istologico di più comune riscontro è il carcinoma squamocellulare; più rari il carcinoma basalioide, adenoideo squamoso, sarcomatoide, adenosquamoso, indifferenziato, linfoepiteliale ameloblastoma maligno. Le metastasi linfonodali laterocervicali si riscontrano in oltre il 50% dei casi.

Le neoplasie maligne tonsillari derivano spesso dal tessuto linforeticolare e comprendono i linfomi non Hodgkin a grandi cellule B, più rare le forme a piccole cellule B tipo MALT, il linfoma di Burkitt ed il linfoma linfoblastico. Anche in questo caso è frequente il coinvolgimento linfonodale (60%).

Nelle fasi iniziali dei tumori del cavo orale il paziente lamenterà difficoltà ai movimenti della lingua e nella deglutizione per la presenza della neoformazione dura scarsamente dolente. Successivamente la lesione si ulcera e compare dolore, alitosi, scialorrea odinofagia fino al trisma (antalgico o per infiltrazione tumorale).

La sintomatologia delle forme faringo-tonsillari è inizialmente scarsa (spesso il primo segno della neoplasia è l’adenopatia metastatica laterocervicale), il paziente ha solo un senso di fastidio, di corpo estraneo a livello tonsillare percepito alla deglutizione. Può coesistere un dolore irradiato all’orecchio cui il paziente non dedica particolare attenzione (si ricorda il segno del cotone, il paziente ha l’impressione di ridurre l’otalgia ponendo nel condotto uditivo un batuffolo di cotone). Successivamente con l’ulcerazione della lesione compaiono disfagia dolorosa, alito fetido e scialorrea.

Nelle fasi terminali di queste neoplasie possono insorgere gravi emorragie.

ESAMI DIAGNOSTICI
• Anamnesi ed esame obiettivo
• Ecografia collo
• TC e RM senza e con mdc di massiccio facciale e collo
• Biopsia

TRATTAMENTO
Fondamentale per il trattamento è una stadazione con una caratterizzazione dell'istologia della lesione.
Asportazione chirurgica della lesione spesso con svuotamento laterocervicale associato e trattamenti adiuvanti.
Nel caso dei tumori che interessano primitivamente le tonsille palatine e l'orofainge invece è generalmente indicato un trattamento chemioradioterapico.